Una biografia possibile dell’artista potrebbe cominciare nel modo seguente: fino al 1974 Jan Vercruysse fu un poeta, l’ultimo verso della sua poetica si può riassumere con queste parole “non voglio parlare d’altro se non di arte”.
Le sue prime opere fotografiche nascono dalla combinazione del linguaggio e dell’immagine.
Le sue sculture cercano di rappresentare lo spazio interiore dell’artista usufruendo di un arsenale di codici e accessori che vogliono captare ciò che non è rappresentabile, la visione di ciò che è la bellezza: l’idea di uno spazio dell’arte e per l’arte non è più un’astrazione ma si pone nel mondo come immagine concreta.
Jan Vercruysse
Jan Vercruysse (Ostende, Belgio, 1948 – Bruxelles, Belgio, 2018) si forma dapprima in legge per poi virare verso la poesia e successivamente le arti visuali. Tra le esposizioni personali si ricordano: Museum M, Leuven, Belgio (2009); Kunstmuseum aan Zee, Ostende, Belgio (2009); Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italia (2008); Museum Dhondt-Dhaenens, Deurle, Belgio (2001); The Netherlands National Gallery, Amsterdam, Olanda (1994); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino (1992); Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven, Olanda (1990 e 1997); Kunsthalle Bern, Berna, Svizzera (1989); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, Belgio (1988 e 1999); ARC - Musée d’Art Moderne, Parigi, Francia (1986). Nel 1993 ha rappresentato il Belgio alla 45° Biennale di Venezia, mentre nel 2001 è stato insignito del prestigioso riconoscimento Flemish Culture Award for Visual Arts. Nel 2002 ha partecipato al progetto pubblico permanente di Torino “Luci d’Artista” con l’opera Fontane luminose. Figurando in prestigiose collezioni di arte contemporanea pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti, Jan Vercruysse è considerato uno degli artisti belgi più autorevoli della sua generazione.
www.janvercruyssefoundation.com
Jan Vercruysse, Autoportrait, 1984