/   HARALD KLINGELHÖLLER

HARALD KLINGELHÖLLER

“The question for me was about language as a material. And about pushing the objects into a context of meaning. How to do that in the physical world? How to make objects which incorporate this process instead of being victims of it? In a way I didn’t have to look at objects to learn about sculpture. I could just refigure or reconstruct shapes which were already existing in language, like metaphors or common places. The idea of language as a place for the work was the true incentive”
Harald Klingelhöller 

Alcuni artisti concettuali degli anni Settanta si sono serviti del linguaggio scritto con l’intento di non pregiudicare il modo in cui il fruitore prendeva visione delle cose o vedeva l’opera stessa. Nei casi di maggior rigore l’opera era, quindi, smaterializzata. Diveniva puro linguaggio, esattamente quello che si stava osservando. Se volessimo riferirci a quel clima artistico, ma guardando il lavoro di Klingelhöller, risultano chiare l’evoluzione e le differenze. Il lavoro nasce, si evolve dal e con il linguaggio scritto, ma nella trasposizione in opera non perde la sua presenza fisica, di forma e materia, anzi ne acquisisce una proprio grazie al legame strettissimo con i possibili significati impliciti delle parole espresse dai titoli dei suoi lavori. Parole che, però, non sono leggibili come in un testo, tranne in rarissimi casi. Marmo, bronzo, ottone, acciaio, stucco, carta sono alcuni dei materiali che rendono visibili, traducendoli, i possibili significati del linguaggio scritto. Una traduzione in forma che, in modo molto complesso, non riduce i significati bensì cerca di ampliarli servendosi anche della forma tridimensionale. Unendo una forma capace di condurci nell’immaginifico con il linguaggio scritto, però non leggibile, ci vengono donate opere dai significati aperti. Quello che si stabilisce tra le opere e chi le osserva trova un parallelo nella lettura dei libri. Come i libri con il lettore, le opere di Klingelhöller “danno” a chiunque “chiede”. 

Harald Klingelhöller (Mettmann, Germania, 1954) vive e lavora a Düsseldorf, Germania. Dagli anni Ottanta il suo lavoro è stato esposto in numerosi musei, istituzioni, gallerie ed eventi artistici in tutto il mondo come: Skulptur Projekte Münster, Germania (1987); P.S.1., New York, USA (1987); Kunsthalle Bern, Berna, Svizzera (1988); Contemporary Arts Museum Houston, USA (1989); Whitechapel Art Gallery, Londra, UK (1990); Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven, Olanda (1990); Art Gallery of York University, Toronto, Canada (1996); Städtische Galerie, Karlsruhe, Germania (2005); Serralves Museum, Porto, Portogallo (2007); Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean, Lussemburgo (2009); Skulpturenpark Waldfrieden, Wüppertal, Germania (2013). Ha preso parte a Documenta 9 a Kassel nel 1992.