Allievo di Luciano Fabro all’Accademia di Brera, Mario Airò ha trovato nell’Arte Povera e più in generale nell’esperienza dell’arte degli anni Sessanta i suoi primi importanti riferimenti. Nell’evolversi della sua ricerca artistica, i suoi lavori, che spaziano dalla scultura, all’installazione alle opere su carta, hanno tratto ispirazione da suggestioni di natura diversa, nate ogni volta dall’esperienza diretta con il quotidiano, la natura o ambiti culturali come il cinema, la storia dell’arte, la letteratura, la musica e la filosofia che l’artista rielabora in composizioni visionarie, essenziali e poetiche restituendo allo spettatore quelle stesse suggestioni che le hanno generate. Frutto di accostamenti intuitivi dall’apparenza leggera, talvolta casuale e sempre anti-monumentale, il lavoro di Mario Airò nasce come proiezione di un desiderio: quello di far fluire un’immagine che scaturisca spontaneamente dall’incontro con le cose.
Mario Airò (Pavia, 1961) vive e lavora a Milano, città in cui si situano i suoi studi e il suo esordio artistico tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Tra le principali esposizioni dell’artista si ricordano: Fondazione Malvina Menegaz, Castelbasso (TE) 2020; Galleria Nazionale di Parma - Palazzo della Pilotta, Parma (2015); Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova (2013); Palazzo della Triennale, Milano (2004); GAM, Torino (2001); S.M.A.K., Ghent, Belgio (2001); Museum of Contemporary Art, Tokyo, Giappone (2001); Kunsthalle Lophem, Belgio (2000). I suoi lavori sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private tra cui il MAXXI di Roma, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Torino), la GNAM di Roma, il MAMbo di Bologna, il Museion di Bolzano. Mario Airò ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1997, alla Moscow Biennale of Contemporary Art nel 2005 e alla Biennale di Gwangju (Corea del Sud) nel 2004. La sua installazione luminosa Cosmometrie è parte del progetto pubblico permanente di Torino “Luci d’Artista”. Alcuni suoi progetti sono stati inoltre realizzati nell’ambito del programma di committenze pubbliche “Nuovi Committenti” e dell’omonimo collettivo internazionale “Nouveaux Commanditaires”.